
Le lunghe liste di attesa e la possibilità di scegliere lo specialista di fiducia stanno spingendo molti italiani a ricorrere alla sanità privata e a valutare la sottoscrizione di polizze salute. Nonostante l’eccellenza delle strutture pubbliche, nella maggior parte dei percorsi di cura, gli italiani si trovano a dover accedere privatamente a una o più prestazioni sanitarie per accorciare i tempi di attesa.
Secondo l’ultimo aggiornamento del Rapporto Annuale RBM – Censis è questo il motivo principale (61,9%) che spinge a ricorrere alle prestazioni private, seguito dalla possibilità di beneficiare di un’organizzazione delle cure più compatibile con le proprie esigenze d’orario (20,11%), di avere servizi personalizzati (21,6%) e di poter scegliere il proprio medico di fiducia (43,4%).
Per capire la situazione di disagio fronteggiata da molte famiglie occorre guardare ai numeri: in media, occorrono circa 55 giorni di attesa per una visita cardiologica, 37 per una visita ginecologica, 62 per una visita oculistica e 42 per una visita ortopedica. Per quanto riguarda gli accertamenti diagnostici, la situazione è addirittura peggiore rispetto alle visite specialistiche: si hanno 94 giorni di attesa prima di fare una colonscopia, 121 per una mammografia, 51 per un’ecografia e 75 per una risonanza magnetica.
I tempi non solo non accennano a diminuire, ma stando ai dati del Censis, le liste d’attesa nella sanità italiana starebbero continuando a crescere. In cinque anni (tra il 2014 e il 2019), il tempo d’attesa per effettuare una mammografia tramite il Servizio Sanitario Nazionale è aumentato in media di 59 giorni e, secondo le elaborazioni Rbm Assicurazione salute, gli italiani sarebbero costretti a spendere di tasca propria dai 5 ai 45 euro al giorno per risparmiare sui tempi d’attesa per l’accesso soprattutto alle prestazioni diagnostiche.
In sintesi, il costo della spesa sanitaria privata per gli italiani è pari a 691 euro all’anno pro capite e 1.522 euro all’anno per nucleo familiare con un aumento del 10% negli ultimi sei anni. Nel 2019 la spesa sanitaria privata dei cittadini ha sforato il tetto dei 40 miliardi di euro, poco meno del 25% della spesa sanitaria totale. La necessità di pagare di tasca propria, inoltre, varia sulla base sia del proprio stato di salute (per i cronici la spesa sanitaria privata è in media del 50% più elevata di quella ordinaria, per i non autosufficienti è in media quasi 3 volte quella ordinaria), sia dell’età (per gli anziani la spesa sanitaria privata è in media il doppio di quella ordinaria).
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